La Strategia nazionale per la banda ultralarga, o piano BUL, è un progetto pubblico per la diffusione delle reti a banda ultralarga avviato nel marzo del 2015.1 Il piano è stato aggiornato nel 2021 includendo diversi nuovi progetti finanziati tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).2

La Strategia è composta da diversi progetti:23

  • il piano aree bianche, per la copertura delle zone dette a “fallimento di mercato”, cioè le aree dove gli operatori non hanno in previsione di portare la banda ultralarga ad almeno 30 Mbps. Questo intervento è in corso e prevede nello specifico la copertura da parte di Open Fiber di circa il 25% della popolazione italiana, in larga parte in fibra ottica FTTH (1 Gbps) e in parte in wireless FWA (100 Mbps). Il completato dei lavori in tutti i comuni coinvolti è previsto, dopo molti ritardi, tra il 2023 e il 2024;
  • il piano Italia 1 Gbps, per la copertura delle aree grigie e nere in cui gli operatori non prevedono di portare connettività ad almeno 300 Mbps entro il 2026. In questo piano sono incluse anche abitazioni delle aree bianche che non erano state incluse nel piano del 2015. Questo intervento è stato avviato nel 2022 e terminerà entro la prima metà del 2026;
  • il piano Italia 5G, con l’obiettivo di sostenere la diffusione del 5G nelle aree a fallimento di mercato e lungo le principale arterie stradali e ferroviarie;
  • il piano voucher, che prevede l’erogazione di voucher a sostegno della domanda di connettività, cioè buoni economici che le famiglie e le imprese possono utilizzare per passare a una connessione più veloce;
  • il piano scuole connesse, che prevede la fornitura di connettività gratuita ad alta qualità (1 Gbps simmetrico con banda minima garantita) a tutte le scuole del territorio nazionale. Il piano si compone di due fasi, la prima delle quali riguarda 35mila scuole (il 78%) che saranno connesse entro il 2023. Le scuole rimanenti saranno connesse entro metà 2026;
  • il piano sanità connessa, per fornire connettività adeguata (da 1 Gbps a 10 Gbps) ad oltre 12mila strutture sanitarie;
  • il piano isole minori, per la posa di cavi in fibra ottica sottomarini per connettere 18 isole minori che attualmente dispongono di collegamenti inadeguati.

Puoi trovare informazioni più dettagliate nelle prossime sezioni.

Il piano aree bianche

L’argomento è trattato in dettaglio nella pagina Cos’è il piano aree bianche.

Il piano Italia 1 Gbps

Il Piano Italia 1 Gbps ha lo scopo di avvicinarsi agli obiettivi europei per il digitale del 2030, che prevedono connettività Gigabit per tutti i cittadini europei.

Il piano consiste quindi in un intervento pubblico con lo scopo di realizzare reti che possano offrire connessioni fino a 1 Gbps in download e 200 Mbps in upload nelle aree in cui non sono presenti connessioni ad almeno 300 Mbps in download o dove non sono previste entro il 2026.

Il piano coinvolge 7 milioni di numeri civici identificati dagli esiti della mappatura 2021 condotta da Infratel, per un investimento di 3,8 miliardi di euro. Il bando, suddiviso in 15 aree geografiche, è stato pubblicato a inizio 2022 e aggiudicato a maggio dello stesso anno. Il progett segue il modello “ad incentivo”, che prevede un finanziamento pubblico delle reti fino al 70% del costo totale. Le infrastrutture realizzate resteranno quindi di proprietà degli operatori privati.4

Il cronoprogramma del piano prevede la realizzazione delle reti entro l’inizio del 2026 ma sono presenti delle tappe intermedie che gli operatori saranno tenuti a rispettare per non incorrere in penali.

Gli operatori che realizzeranno le infrastrutture sono:5

  • Open Fiber per 9 regioni (Puglia, Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia), per un valore di circa 2 miliardi di euro;
  • TIM/FiberCop per le restanti 11 regioni (Sardegna, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria, Piemonte, Liguria, Val d’Aosta, Calabria, Basilicata, Trentino-Alto Adige), per un valore di circa 1,6 miliardi di euro.

Il piano era originariamente chiamato “piano aree grigie” e la pianificazione era iniziata nel 20186, con l’idea di finanziare il progetto attingendo dai fondi europei e nazionali del ciclo di programmazione economica 2014-2020. Il progetto è stato riprogrammato nel 2020 durante la pandemia di COVID-19 con l’obiettivo di avviare il bando entro l’anno7, ma è stato poi rimandato per essere incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e nei progetti finanziati dal programma europeo Next Generation EU.8